Archivio per ottobre 2013

Se c’è violenza, che famiglia è?

Chi contesta ai sostenitori della famiglia il fatto che nell’ambito familiare avvengano soprusi, violenze e perfino delitti di ogni genere, usa un argomento non convincente, anche se mi è capitato di ascoltare questa considerazione da persone tutt’altro che sprovvedute, anzi, particolarmente sensibili e intelligenti.

E’ un argomento che sposta l’obiettivo verso gli aspetti peggiori dell’umanità, che nell’ambito familiare si possono scatenare, ma, dico io, questo accade quando la famiglia, che deve essere una comunità di amore e di generosità, nega se stessa, quindi è una obiezione sbagliata. Quella lì non è una famiglia come la intendo io.

D’altra parte, è pur vero che i sostenitori della famiglia non devono essere ciechi o marciare con i paraocchi. Molto meglio non “fare famiglia” se non c’è un amore maturo e generoso, e la capacità di “pensare” in termini di famiglia. Allo stesso modo, se una relazione non è più sostenibile, è meglio provvedere di conseguenza, prima che essa degeneri.

Io considero la famiglia la culla dell’umanità e la cellula fondamentale della società.

E ho un’altissima considerazione anche per il lavoro. Ma non per questo ritengo che i numerosi incidenti sul lavoro ne sminuiscano l’intrinseco valore.

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L’arte può servire

Se io mi inventassi un’attività pseudo-artistica e poi ne approfittassi per mettere in atto scemenze od infamie di vario genere, troverei sempre: 1) “la Repubblica” pronta a considerare che le mie siano “provocazioni”, 2) un assessore alla Cultura che si dichiara contrario alla censura, 3) un’opinione pubblica ottusa e acriticamente partigiana (o sei aperto e tollerante, e cioè moderno, o sei talebano e oscurantista, e perciò medievale).

Ho pensato perciò, dato che la mia natura profonda mi porta spesso a infrangere svariati articoli del Codice della strada, di riconvertirmi in “artista veicolare”, e di includere tutta la mia attività automobilistica nella vasta categoria di questa innovativa e provocatoria (!) forma d’arte, da me fondata. Ogni mia bizzarria sarebbe guardata con interesse, susciterebbe dibattiti e, casomai talvolta infrangesse (sempre in modo “controllato” e “responsabile”, garantisco io) qualche articolo del codice, troverebbe sicuramente qualche simpatia nella folta schiera degli “opinionisti”.

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Il sacramento del matrimonio. Qualche pensiero

Questa mattina, alla Messa, c’era la benedizione di due sposi che ricordavano il 50mo di matrimonio.

La formula, in un certo passaggio, mi ha colpito. Diceva:

“Ricorrendo il 50° anniversario del giorno in cui, mediante il sacramento del matrimonio, congiungeste le vostre vite in un vincolo indissolubile, siete venuti nella casa del Signore… ecc.”

Quello che mi ha fatto molto pensare è stato quel “mediante il sacramento del matrimonio”.

E questo perché mi sto convincendo che il sacramento del matrimonio non è una realtà “esterna”, che scende a santificare, ma è una realtà intrinseca a quel “segno” efficace di cui si è sempre parlato anche nel più semplice dei catechismi, e che, nel caso del matrimonio, è costituito dall’amore dei coniugi.

Il sacramento perciò non è un qualche cosa che giunge a “costruire” il segno efficace, ma è il segno in sé. Semmai, quello che realmente scende è lo Spirito Santo. Ecco, così è: lo Spirito scende sull’elemento, e lo rende sacramento. Il sacramento è il frutto, non lo strumento.

Per questo mi sembra discutibile che venga detto: “mediante il sacramento del matrimonio”.

Che dire? Ad esempio, il battesimo: il mio battesimo è una realtà in atto, non quella cerimonia celebrata ormai 60 anni fa. E così la mia cresima. E così via.

Molti credono che il matrimonio in chiesa sia una specie di “benedizione” del matrimonio, ma si tratta di un’idea aberrante. Il matrimonio non consiste nella sua celebrazione, ma consiste nell’amore fra i coniugi. Poi è giusto e bello che i cristiani lo celebrino nella comunità, con un apposito rito, ma io dico che quando ci sono due persone credenti (uomo e donna, è ovvio) che nella fede si promettono per sempre amore fedele e aperto alla vita, quello è già sacramento in atto, in sé, che magari può venire reso canonicamente valido in sede pubblica, mentre spiritualmente è già in atto.

Mi farò scomunicare…

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iPad come fotocamera?

Utilizzare l’iPad come macchina fotografica mi sembra parecchio scomodo, ma pare di gran moda. Vedo ora foto di Papa Francesco ad Assisi, tra la folla, e tutti a far fotografie. La visuale è però ridotta da alcuni possessori di iPad, che lo brandiscono sopra le teste altrui, quasi nascondendo alla vista il Papa stesso. Una volta si tendeva alla miniaturizzazione…

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Strepitoso discorso di Papa Francesco ad Assisi

Strepitoso discorso di Papa Francesco ad Assisi. Si avverte bene come si tratti di uno di quei momenti in cui sei trascinato al centro di tutte le questioni. Uno di quei momenti che affascinano e commuovono, come se fosse una celebrazione del tuo essere più profondo e più vero. Grandioso nella sua umiltà. E commovente proprio nel senso di con-muovente, cioè che muove verso qualcosa e lo fa insieme ad un altro.

Siamo ad una svolta storica nel modo di porsi della Chiesa nei confronti dell’umanità. Ed è altamente simbolico che questo avvenga ad Assisi, e proprio nella sala della spoliazione

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